Ti ascoltiamo: non psicologi, ma esperti di voice marketing

Ok, Google, facciamo shopping. Inizia così il marketing dell’ascolto, uno dei trend che più ci dovrà interessare nei prossimi anni: lo strumento capace di incrementare il tuo business servendosi dell’interazione vocale. Condividere esperienze e opinioni sfruttando il potere della voce è, infatti, un ottimo trampolino per comunicazione brand e, soprattutto, emozioni.

Se il voice marketing è diventato uno dei top marketing trend, lo si deve alla grande diffusione – e al conseguente apprezzamento da parte degli utenti – di tre strumenti nati e diffusi negli ultimi anni:

Dal momento che i podcast e i contenuti audio sono un valido mezzo di promozione del marchio e raggiungono facilmente i consumatori, sui social network sono sempre più presenti e perfezionati.
Su Facebook, per esempio, sono molto utilizzati soprattutto per realizzare campagne pubblicitarie e progetti di comunicazione branded. Una ricerca di Nielsen per USOP, l’United States of Podcast, ha dimostrato una crescita di ascoltatori e di minuti ascoltati: nel 2019, erano 12 milioni di ascoltatori, mentre nel 2020 sono saliti a quasi 14 milioni; la media dei minuti di ascolto era di 23 minuti, salita poi a 24 minuti. Impieghiamo più tempo con gli auricolari che davanti al tg.

I risultati del voice marketing

Un marchio che utilizza la voce per comunicare la propria storia alla community che vuole raggiungere, riesce a rafforzare la propria brand identity e a sfruttare efficacemente il coinvolgimento verso lo strumento voce stesso. Può servirsi, ad esempio, delle host-read ads, ossia delle brevissime inserzioni pubblicitarie, lette da un podcaster, che mostrano solo alla fine il volto di una sponsorizzata. Se per alcuni possono essere interruzioni fastidiose, resta il vantaggio intrinseco della breve durata e dell’impossibilità di skipparle, poiché, spesso, chi ascolta podcast lo fa in un momento in cui ha le mani impegnate, per esempio alla guida o mentre si allena.

Ma perché il marketing dell’ascolto funziona? Oltre che per i motivi legati alla velocità di acquisizione e alle interazioni in momenti inattesi, la voce funziona perché ha un impatto quasi ancestrale sull’ascoltatore: la voce comunica emozione attraverso i toni e i volumi usati, arriva a livelli cerebrali diversi dalle immagini o dalla musica, si lega alla memoria e collega il messaggio pubblicitario a un ricordo ben preciso, lasciandolo intatto e pronto ad attivarsi al momento dell’azione di acquisto. Non siamo ai livelli dei messaggi subliminali nei cartoni Disney, ma l’attivazione dell’inconscio funziona più o meno in quel modo. È per questi motivi che non si tratta solo di un trend, ma di uno strumento che vedrà massima espansione nei prossimi decenni.

Capitolo a parte, poi, riguarda la voice search e tutto l’impatto che ha e che avrà sul marketing. Dal 2011 (anno in cui Apple ha immesso sul mercato Siri) ad oggi, la ricerca vocale sullo smartphone è utilizzata dal 27% della popolazione mondiale. Di questa percentuale, un sondaggio Google ha registrato che il 62% fa acquisti per mezzo dello smart speaker (il voice shopping) – e i numeri sono destinati ad alzarsi più velocemente di quanto immagini.

La competitività dell’implementazione di questi strumenti all’interno della propria strategia pubblicitaria è altissima, perché ancora non è adottata da tutti ed è diretta a un target giovane, smart e altospendente. Se il tuo business deve intercettare questa utenza, il passaggio dalla voice search è obbligatorio, ma ripagherà a breve.

Parlare per comprare

In questa logica, i contenuti di un brand devono essere ottimizzati ai fini della ricerca vocale, utilizzando il più possibile delle keyword di uso comune che rimandino alla propria attività. L’algoritmo capisce il linguaggio parlato, un linguaggio elementare e diretto, per cui la comunicazione scritta e quella vocale dovranno essere differenziate e curate da esperti.

Grazie al marketing vocale, la tua azienda avrà l’opportunità di raggiungere potenziali clienti in una maniera mai esplorata fino ad ora. L’obiettivo che deve porsi, è incentrare la campagna di marketing vocale su alcuni punti:

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FORMULARIO TD

DEVI AGIRE

Se Non sei il N.1 nel tuo mercato
devi agire , altrimenti verrai Divorato

I pesci piccoli devono muoversi velocemente se non vogliono essere divorati.

Quelli grossi non fanno altro che mangiare quelli che rimangono indietro.

Pubblicità innovativa - Entertainment marketing

Il Team della Tofani Dreams lo sa bene.

Come vedrai più avanti all’interno della Home del sito, abbiamo collaborato, in maniera diretta (Consulenze Marketing, Eventi Esclusivi) o indiretta (attraverso i nostri software: I Got U® e Stand+®) con dei veri e propri colossi (Google, Blackrock, J.P. Morgan, Unicredit, Bugatti…).

Eppure, nonostante ciò, attualmente NON siamo i N.1 del nostro settore, e verremmo divorati anche noi se non ci sforzassimo al massimo. 

Per questo motivo:

Per noi non esistono “giorni di pausa” nè "orari fissi". Non possiamo permetterceli.

Come non possiamo permetterci di trattare con sufficienza i nostri clienti, né di consegnare lavori mediocri

Sarebbe la nostra rovina, e verremo divorati!
Siamo sempre a controllare gli aggiornamenti di mercato, a testare nuovi metodi, ad analizzare nuovi trend, ad assicurarci che le strategie che mettiamo in campo aumentino il fatturato abbassando i costi, e a studiare e testare nuove tecniche da implementare. Ma lo sai qual'è il più grande vantaggio?

Non essendo dei pesci grossi, chi viene a trovarci, non si sente come una sardina pronta ad essere mangiata.

HAI GIÀ SCOPERTO IL TUO GIACIMENTO?

Siamo entrati nella
Terza Rivoluzione Pubblicitaria

Le rivoluzioni pubblicitarie sono una vera e propria caccia ai “giacimenti di petrolio”, e fanno la fortuna dei primi che li scoprono ma…

Oltre a portare tanto profitto, fanno si che in molti provino a cavalcare l’onda con servizi e metodi mediocri… i così detti “Fuffatariani”!

Pubblicità innovativa - Entertainment marketing

Ma prima di spiegare il nuovo tipo di pubblicità che sta rivoluzionando tutto il settore pubblicitario, e prima di spiegare come riconoscere un professionista serio da un fuffatariano, è importante analizzare i “metodi antenati” che hanno preceduto la pubblicità moderna.

Attualmente in Italia chi vuole fare pubblicità ha a disposizione 3 opzioni:

Pubblicità Visual:

Molto piacevole all’occhio ed estremamente costosa. È quella che usano gran parte dei grandi marchi già affermati, come possono essere Zara, BMW, Nike…

Non porta il cliente a comprare subito, né a trasformarlo in un contatto commerciale (Lead). Si limita ad attirare la sua attenzione e ad intrattenerlo.

La sua efficenza è difficile da misurare

Attualmente è la pubblicità predominante sul mercato.

Si focalizza sulla propria immagine da trasmettere al pubblico. Potremmo definirla una pubblicità narcisista.

Pubblicità Informativa o di Contenuto:

A differenza di quella d’Immagine, questa tipologia di pubblicità punta ad informare il cliente su eventuali benefici tramite i contenuti.

Mantiene attivo l’interesse dei clienti già appassionati all’azienda o al prodotto.

Uno dei suoi principali limiti è che risulta noiosa, e difficilmente attira l’interesse di potenziali nuovi clienti.

Non è semplice inoltre, come nella precedente, misurarne l’efficenza.

Ci vogliono un’immensità di contenuti prima di vedere i risultati.

Pubblicità a Risposta Diretta:

È la tipologia di pubblicità usata nelle televendite da anni e da molti Fuffatariani.

Sa catturare l’attenzione del potenziale cliente e pilotarlo da un punto di vista commerciale, trasformandolo in cliente a tutti gli effetti.

Spiega alla perfezione i benefici che può ottenere il cliente con il prodotto.

La sua principale caratteristica è che si basa sulla misurazione dei dati, e quindi possiamo misurare la sua efficenza. 

A livello di “conversione istantanea” è migliore rispetto alle due tipologie di pubblicità precedenti.

Tra i difetti possiamo annoverare la sua scarsa piacevolezza visiva percepita (sia da chi la usa che, paradossalmente, da chi la vede).

Danneggia l’immagine aziendale a lungo termine ed è difficile da scalare sul mercato di massa.

Quale tipologia pubblicitaria usiamo e consigliamo noi della Tofani Dreams:

Ovviamente la risposta è “dipende”.

È impossibile consigliare senza conoscere l’obiettivo che si vuole raggiungere, il settore, il periodo, il livello di consapevolezza del mercato, il cliente ideale, ecc…

Ma riteniamo che la migliore pubblicità sia il giusto mix delle tre pubblicità sopra citate. 


CREA LA TUA MACCHINA DI VENDITA

Devi pensare al Marketing come ad una Macchina Generatrice di Profitto

Gran parte delle agenzie pubblicitarie italiane si focalizza sul traffico, click, i followers e i like.

Aiutano il proprio business? 

Sì, ma non a sufficienza per sopravvivere, visto che non si possono usare per fare la spesa, né per pagare i dipendenti, né per metterli in banca. 

Un’agenzia dovrebbe focalizzare le campagne sul ROI (Return of Investment – Ritorno sull’investimento) e sul ROAS (Return On Advertising Spent). Ovvero alla pianificazione di strategie di marketing che moltiplichino le vendite, e quindi i profitti provenienti dagli investimenti stessi.

Per fare ciò servono però delle tecniche e dei software da usare per misurare i dati, così da poter prevedere i risultati ed il comportamento del mercato.

Questo non solo serve a pianificare una strategia su misura per aumentare le vendite, ma anche a correggere eventualmente la strategia in corso d’opera, ed aggiustarne il tiro.

Pubblicità innovativa - Entertainment marketing
Perché spesso non viene fatto?

Il motivo per cui molte agenzie in italia non si focalizzano sul ROI, è proprio per i costi di messa in opera, manutenzione, professionisti necessari e tempo da dedicare ad ogni singolo cliente. 

Si sa, in Italia tutti vogliono guadagnare il più possibile facendo il minimo necessario.

Non solo, i professionisti che di solito approfondiscono ed iniziano a sviluppare (anche in proprio) campagne basate sul ROI e sul ROAS, lo fanno dopo aver capito quanto bisogni lavorare sodo, rimanendo aperti al cambiamento, ben disposti ad investire sul proprio business e sapendo aspettare i risultati.

Di fatto, e non è un segreto, qualunque azienda che non abbia la volontà di reinventarsi è a rischio. 

Niente deve essere lasciato al caso: tutto va misurato e studiato nel minimo dettaglio. Solo in questo modo si può sapere qual’è la via migliore da percorrere.