La Fidelizzazione del Cliente

Giovanni Apostolo:
"La Verità vi renderà Liberi"
(Giovanni 8, 32)

[...]

La fidelizzazione del cliente

Per quanto un buon testo di copy possa posizionarsi ed essere considerato come un vero contenuto editoriale, raffinato, consapevole e profondo come un pezzo di giornalismo o un esercizio di stile letterario (poiché sì, come vedremo a breve, sa raggiungere anche questi vertici), nel senso comune del termine rimane comunque un sinonimo di “annuncio pubblicitario”. 

A sua volta l’annuncio pubblicitario viene considerato come un sinonimo di “tampinamento”, di “Attenti alla truffa”, come un atto premeditato e sofisticato atto a circuire chi non ha abbastanza difese mentali per resistergli.

Col tempo, e grazie a campagne pubblicitarie che non hanno voluto sfatare queste dicerie e che anzi hanno fatto tutt’altro – gonfiando a non finire le loro promesse, distorcendo la realtà e calpestando la verità – tale pregiudizio non ha solo preso i suoi contorni, ma ha persino trovato dei fondamenti, degli elementi di prova a sostegno della sua tesi: la pubblicità è la mano sinistra del diavolo*!

Come dargli torto!

*Stiamo citando, traslitterandolo, un pensiero del copywriter David Ogivly:

«La pubblicità è lo strumento del diavolo solo quando vende strumenti del diavolo»

Naturalmente, e lo diciamo tra parentesi, la scorrettezza ha sempre i suoi riverberi: non produrrà mai i soldi desiderati. Anzi, come i romani sparsero il sale fra le rovine di Cartagine per non farvi ricrescere più niente, così coloro che falsificano la verità in nome di incassi lampo, creano attorno a loro una reputazione talmente malsana che gli sarà impossibile tornare a fare di nuovo pubblicità.

Si vede bene dunque come il nostro umile pezzo di copy trovi grane ovunque si giri.

Come abbiamo detto più volte, ogni prodotto ha i suoi limiti. Tali limiti, che in realtà non hanno altro compito che di rendere credibile il prodotto stesso, possono però generare paura nei produttori, i quali possono pensare che non riusciranno mai a vendere il loro prodotto se questo non sarà perfetto.

Decidono per cui, alcuni, di fare uso della forza per piegare la verità a loro vantaggio.

E lo fanno in due modi.

Alcuni, più timidabondi, chiudendo lo scheletro nell’armadio, tali limiti preferiscono nasconderli, fare esattamente come se non ci fossero; altri, più temerari, li negano, o li rimpiccioliscono sino quasi a farli scomparire.

Ci sono sì, ma sono talmente minuscoli che non si vedono nemmeno. E sono tanto audaci nel dirlo, talvolta persino entusiasti, che il cliente è disposto a credergli. Ma, come sempre succede, o presto o tardi, tutti i nodi vengono al pettine. Ed il cliente che ha pagato, in un modo o in un altro, riuscirà a fargliela pagare!

Si vede bene dunque sin da subito come non ci sia altra via d’uscita se non quella di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Come fare?

Diceva San Giovanni l’apostata: «La verità vi renderà liberi» (Giovanni 8, 32). E se vogliamo anche ricchi. L’errore più maldestro che commette chi decide di distorcere la verità, non è tanto il cedere alla paura di non riuscire a vendere i propri limiti (il che sarebbe cosa umana), ma è il pensare che il cliente possa essere tanto stupido da farsi andar bene la condizione di essere raggirato.

È questo ciò che il cliente non perdona: non che il prodotto possa avere dei limiti, ma che venga tradita, pugnalata alle spalle, la sua fiducia. Tanto è vero che si ha un modo diverso di percepire i limiti del prodotto che si è acquistato a seconda di come ce lo hanno venduto.

Essi infatti, i limiti, ci sembreranno qualcosa di gigantesco, di insormontabile e di imperdonabile una volta scoperti perché la nostra mente era stata programmata all’idea che non vi potessero essere. Ma quando tali limiti emergono – poiché, potete starne certi, tutti i nodi vengono al pettine – tale idea va in frantumi e non c’è niente di più fastidioso, a volte di più umiliante, del dover ammettere che le nostre idee sono infondate. Le idee ci rappresentano, sono un prolungamento di noi stessi, sono la nostra carta di identità. Se volessimo usare una similitudine, sono come delle bambole vudù interiori: non appena le feriscono, non appena le torcono anche solo un capello, anche tutta la nostra persona ne risente in maniera uguale e contraria. Ecco perché scoprire dei limiti genera così tanto risentimento se ci era stato detto che non ce n’erano.

Anche se tali limiti non hanno riverberi effettivi, anche se, a conti fatti, tra pregi e difetti oggettivi del prodotto in questione, i soldi spesi fossero valsi appieno l’acquisto fatto, l’idea di essere stati traditi sovrasta comunque il buon senso. Diceva Epitteto il filosofo stoico:

«Non sono le cose in sé a darci turbamento, quanto semmai l'idea che ce ne siamo fatti»

Vice versa, se abituassimo sin dalla trattativa di vendita il nostro cliente alla verità, esso non sarebbe portato a sentire i limiti del prodotto una volta che li incontrasse perché tenderebbe a classificarli come “già previsti”.

Diceva Dante all’antenato Cacciaguida dal quale sperava di avere notizie sul suo futuro, per quanto poco piacevoli sarebbero potute essere: «Saetta previsa vien più lenta» (v. 27, Paradisvo XVII). Cioè, “la freccia che viene intravista da lontano sembra arrivare più lentamente”.

E così, sposando quello che diceva Epitteto con quello che diceva Dante, sapere a priori della presenza di un limite ce ne farà abbracciare l’idea (…“saetta previsa”…) ed avere abbracciato l’idea potrebbe addirittura portare a rendercelo piacevole (…“è l’idea che ne abbiamo”…).

Non solo!

Scoprire che non gli era stato omesso niente durante la trattativa di vendita, porta il cliente a pensare di avere riposto bene la sua fiducia. Il che, di rimbalzo, gratifica anche la sua, come tutto il suo essere.

Ciò porta col tempo il cliente a ritornare sui suoi passi, cioè ad acquistare nuovamente da quello stesso venditore che lo aveva reso pago di sé nell’acquisto precedente poiché è sicuro che il venditore sarà capace di trasmettergli quella stessa gratificazione che era riuscito a generargli in passato.

E nel momento in cui il cliente effettua il suo secondo acquisto si trasforma, da potenziale cliente che era nato, a cliente, a cliente soddisfatto, nella sua forma finale di cliente fidelizzato.

[...]

SCOPRI QUANDO VERRÀ PUBBLICATO IL MANUALE

Oltre a ricevere la notifica di pubblicazione, riceverai anche uno sconto speciale pochi giorni prima della pubblicazione della prima edizione, che sarà a tiratura limitata.

Scopri quando verrà pubblicato il Manuale

E la data dell’evento Ufficiale

FORMULARIO TD

DEVI AGIRE

Se Non sei il N.1 nel tuo mercato
devi agire , altrimenti verrai Divorato

I pesci piccoli devono muoversi velocemente se non vogliono essere divorati.

Quelli grossi non fanno altro che mangiare quelli che rimangono indietro.

Pubblicità innovativa - Entertainment marketing

Il Team della Tofani Dreams lo sa bene.

Come vedrai più avanti all’interno della Home del sito, abbiamo collaborato, in maniera diretta (Consulenze Marketing, Eventi Esclusivi) o indiretta (attraverso i nostri software: I Got U® e Stand+®) con dei veri e propri colossi (Google, Blackrock, J.P. Morgan, Unicredit, Bugatti…).

Eppure, nonostante ciò, attualmente NON siamo i N.1 del nostro settore, e verremmo divorati anche noi se non ci sforzassimo al massimo. 

Per questo motivo:

Per noi non esistono “giorni di pausa” nè "orari fissi". Non possiamo permetterceli.

Come non possiamo permetterci di trattare con sufficienza i nostri clienti, né di consegnare lavori mediocri

Sarebbe la nostra rovina, e verremo divorati!
Siamo sempre a controllare gli aggiornamenti di mercato, a testare nuovi metodi, ad analizzare nuovi trend, ad assicurarci che le strategie che mettiamo in campo aumentino il fatturato abbassando i costi, e a studiare e testare nuove tecniche da implementare. Ma lo sai qual'è il più grande vantaggio?

Non essendo dei pesci grossi, chi viene a trovarci, non si sente come una sardina pronta ad essere mangiata.

HAI GIÀ SCOPERTO IL TUO GIACIMENTO?

Siamo entrati nella
Terza Rivoluzione Pubblicitaria

Le rivoluzioni pubblicitarie sono una vera e propria caccia ai “giacimenti di petrolio”, e fanno la fortuna dei primi che li scoprono ma…

Oltre a portare tanto profitto, fanno si che in molti provino a cavalcare l’onda con servizi e metodi mediocri… i così detti “Fuffatariani”!

Pubblicità innovativa - Entertainment marketing

Ma prima di spiegare il nuovo tipo di pubblicità che sta rivoluzionando tutto il settore pubblicitario, e prima di spiegare come riconoscere un professionista serio da un fuffatariano, è importante analizzare i “metodi antenati” che hanno preceduto la pubblicità moderna.

Attualmente in Italia chi vuole fare pubblicità ha a disposizione 3 opzioni:

Pubblicità Visual:

Molto piacevole all’occhio ed estremamente costosa. È quella che usano gran parte dei grandi marchi già affermati, come possono essere Zara, BMW, Nike…

Non porta il cliente a comprare subito, né a trasformarlo in un contatto commerciale (Lead). Si limita ad attirare la sua attenzione e ad intrattenerlo.

La sua efficenza è difficile da misurare

Attualmente è la pubblicità predominante sul mercato.

Si focalizza sulla propria immagine da trasmettere al pubblico. Potremmo definirla una pubblicità narcisista.

Pubblicità Informativa o di Contenuto:

A differenza di quella d’Immagine, questa tipologia di pubblicità punta ad informare il cliente su eventuali benefici tramite i contenuti.

Mantiene attivo l’interesse dei clienti già appassionati all’azienda o al prodotto.

Uno dei suoi principali limiti è che risulta noiosa, e difficilmente attira l’interesse di potenziali nuovi clienti.

Non è semplice inoltre, come nella precedente, misurarne l’efficenza.

Ci vogliono un’immensità di contenuti prima di vedere i risultati.

Pubblicità a Risposta Diretta:

È la tipologia di pubblicità usata nelle televendite da anni e da molti Fuffatariani.

Sa catturare l’attenzione del potenziale cliente e pilotarlo da un punto di vista commerciale, trasformandolo in cliente a tutti gli effetti.

Spiega alla perfezione i benefici che può ottenere il cliente con il prodotto.

La sua principale caratteristica è che si basa sulla misurazione dei dati, e quindi possiamo misurare la sua efficenza. 

A livello di “conversione istantanea” è migliore rispetto alle due tipologie di pubblicità precedenti.

Tra i difetti possiamo annoverare la sua scarsa piacevolezza visiva percepita (sia da chi la usa che, paradossalmente, da chi la vede).

Danneggia l’immagine aziendale a lungo termine ed è difficile da scalare sul mercato di massa.

Quale tipologia pubblicitaria usiamo e consigliamo noi della Tofani Dreams:

Ovviamente la risposta è “dipende”.

È impossibile consigliare senza conoscere l’obiettivo che si vuole raggiungere, il settore, il periodo, il livello di consapevolezza del mercato, il cliente ideale, ecc…

Ma riteniamo che la migliore pubblicità sia il giusto mix delle tre pubblicità sopra citate. 


CREA LA TUA MACCHINA DI VENDITA

Devi pensare al Marketing come ad una Macchina Generatrice di Profitto

Gran parte delle agenzie pubblicitarie italiane si focalizza sul traffico, click, i followers e i like.

Aiutano il proprio business? 

Sì, ma non a sufficienza per sopravvivere, visto che non si possono usare per fare la spesa, né per pagare i dipendenti, né per metterli in banca. 

Un’agenzia dovrebbe focalizzare le campagne sul ROI (Return of Investment – Ritorno sull’investimento) e sul ROAS (Return On Advertising Spent). Ovvero alla pianificazione di strategie di marketing che moltiplichino le vendite, e quindi i profitti provenienti dagli investimenti stessi.

Per fare ciò servono però delle tecniche e dei software da usare per misurare i dati, così da poter prevedere i risultati ed il comportamento del mercato.

Questo non solo serve a pianificare una strategia su misura per aumentare le vendite, ma anche a correggere eventualmente la strategia in corso d’opera, ed aggiustarne il tiro.

Pubblicità innovativa - Entertainment marketing
Perché spesso non viene fatto?

Il motivo per cui molte agenzie in italia non si focalizzano sul ROI, è proprio per i costi di messa in opera, manutenzione, professionisti necessari e tempo da dedicare ad ogni singolo cliente. 

Si sa, in Italia tutti vogliono guadagnare il più possibile facendo il minimo necessario.

Non solo, i professionisti che di solito approfondiscono ed iniziano a sviluppare (anche in proprio) campagne basate sul ROI e sul ROAS, lo fanno dopo aver capito quanto bisogni lavorare sodo, rimanendo aperti al cambiamento, ben disposti ad investire sul proprio business e sapendo aspettare i risultati.

Di fatto, e non è un segreto, qualunque azienda che non abbia la volontà di reinventarsi è a rischio. 

Niente deve essere lasciato al caso: tutto va misurato e studiato nel minimo dettaglio. Solo in questo modo si può sapere qual’è la via migliore da percorrere.